Quattro chiacchiere con...
Daniele Cappelletti

Hai voglia di presentarti a tutti noi?
1) Sono nato a Rovereto il 5 Marzo 1982 e fin da piccolo ho vissuto in montagna, a Ronzo-Chienis, un piccolo paese del Trentino. Come molti altri ragazzi della mia età, ho giocato a calcio nelle giovanili della squadra locale e partecipavo alle escursioni del gruppo Sat (CAI) e così, con il passare del tempo, mi rendevo conto che la montagna sarebbe stata il mio futuro.
I miei primi veri sci da gara me li sono comprati con i pochi spiccioli messi da parte con i lavori estivi durante le vacanze scolastiche: da lì ho capito che se volevo qualcosa me lo sarei dovuto sudare. E così è stato.
Grazie ai buoni risultati ottenuti nelle gare di corsa in montagna sono approdato al Gruppo Sportivo Alpini Paracadutisti dell’Esercito.
In quel periodo ho potuto scoprire il mondo dello scialpinismo , affrontando le prima gare vertical in pista e ottenendo da subito buoni risultati. La frequenza ai vari corsi di arrampicata e gli allenamenti con i miei commilitoni mi hanno permesso di affinare la tecnica anche per le gare in ambiente, per cui sono riuscito a classificarmi quasi sempre nei primi dieci anche in prestigiose manifestazioni internazionali quali il Trofeo Mezzalama, la Pierra Menta e l’Adamello Ski Raid.
Nel 2011 sono stato inviato al Passo del Tonale dove ho lavorato come soccorritore piste. Lì ho potuto allenarmi quasi sempre sopra i 2000 metri di quota ed ho iniziato a cimentarmi nelle competizioni di corsa vincendo subito la Red Rock e la Limone Extreme, scoprendo così il mondo dello skyrunning, conosciuto appunto come la “corsa a fil di cielo”.
Nel 2016, dopo un ottimo secondo posto al Sentiero 4 Luglio, la famosa Skymarathon del Cielo, prova di campionato italiano, mi è arrivata la telefonata che dà una svolta al mio percorso nel mondo skyrunning: vengo convocato in nazionale e ci sono tutt’ora.
Da quattro anni lavoro a Trento, dove ho l’onore di salvaguardare il Museo Nazionale Storico degli Alpini, situato sul Doss Trent.
L’ultimo periodo è stato ricco di soddisfazioni, basti pensare al record del mondo di corsa in salita in 24 ore ottenuto a Mezzocorona (Tn) il 19-20 ottobre 2020: 21.720mt.
Proprio in questi giorni ho vinto invece due medaglie ai primi mondiali di skysnow, disputatisi in Sierra Nevada, Spagna: un bronzo individuale e la prestigiosa medaglia d’oro nella classifica per nazioni, davanti a Spagna e Russia.
Anche grazie a queste soddisfazioni, posso dire che ho ancora voglia di fare fatica nei prossimi anni!
Ci dici quali sono la tua più grande qualità ed il tuo più grande difetto?
2) Sono molto testardo e quando desidero qualcosa ci metto tutto me stesso per ottenerla, sia nello sport che nella vita. Credo di avere una predisposizione a ”tenere duro”: si, fa proprio parte del mio dna!
Se aggiungiamo il fatto che sono un militare degli Alpini e di conseguenza ho un’impostazione comportamentale assai rigida (così dicono) dove la disciplina e la determinazione la fanno da padrona, si crea un mix perfetto nella pratica sportiva di endurance.
L’altra faccia della medaglia è il mio essere permaloso; sono molto disponibile nei confronti di tutti, soprattutto nell’appoggiare i giovani, ma se mi accorgo che qualcuno se ne approfitta oppure mi si fa un torto, me la lego al dito e difficilmente torno indietro
Qual è stato il momento più buio della tua carriera?
3) Anno 2019, dicembre. Ero in splendida forma ed avevo già vinto le prime due gare stagionali di scialpinismo in Trentino battendo alcuni atleti di spessore. Mi presento in Val d’Aosta , a Pila, in occasione della prima prova di Coppa del Mondo ed anche se correvo nella gara open, avrei avuto l’opportunità di mettermi in evidenza nel confronto con i migliori sci alpinisti in circolazione. Era una gara notturna e la temperatura sfiorava i -26 °C. La mancanza di esperienza mi ha portato a commettere errori pericolosi e ne ho pagato le conseguenze, pesanti. Ho subìto il parziale congelamento alle dita delle mani. Dopo 20 giorni di ospedale e molteplici sedute in camera iperbarica, ho iniziato un percorso riabilitativo che mi ha permesso di evitare l’amputazione di alcune falangi. Oggi ho tutte le dita e nel mio zainetto tengo sempre 2 paia di guanti e le immancabili muffole. Si sa, ti va bene una volta, meglio non rischiare in una seconda.
Quale è stato il momento più brillante della tua carriera?
4) 19-20 otttobre 2020, record del mondo di corsa in salita in 24 ore.
Come tutti sappiamo il 2020 sarà ricordato come un anno terribile a causa della pandemia, ma per fortuna sarà anche ricordato, dal punto di vista sportivo, come l’anno dei record proprio perché l’assenza di gare ha spinto gli atleti a tentare di abbassare primati stabiliti in passato.
La Fisky (Federazione Italiana Skirunning) decide così di cancellare le manifestazioni inserite nel calendario, in primis per la sicurezza degli atleti e chiaramente per rispetto a favore delle numerose vittime.
In accordo con l’amministrazione comunale di Mezzocorona e la Fisky, decidiamo di provare a stabilire il nuovo primato di corsa in salita, già fatto in precedenza da altri atleti sul sentiero SAT 500 del Monte di Mezzocorona, coinvolgendo i giovani ragazzi della federazione, in segno di speranza e ripartenza.
Dopo circa tre mesi di intensa preparazione alzo l’asticella a 21.720mt, dopo quasi 34 giri e 24 lunghissime ore. Un’esperienza sportiva incredibile!
(Per la prima volta viene certificato questo record da una Federazione del Coni).
Quale è stato il momento più divertente della tua carriera?
5) Se devo ricordare un singolo evento che fa ridere, circa 15 anni fa, stavo partecipando ad una gara di corsa con le ciaspole, in Alto Adige. Conducevo in testa appaiato a Molinari, l’allora campione del mondo di corsa in montagna: arrivati ad un bivio mancavano le indicazioni e girando a destra abbiamo imboccato il tracciato sbagliato. Dopo esserci accorti dell’errore, ci siamo portati verso l’arrivo scoprendo che il vincitore è stato mio padre. Lascio a voi immaginare le battute goliardiche in caserma la mattina seguente.
Se invece devo ricordare un periodo, logicamente gli allenamenti e le trasferte con i miei compagni di squadra al G.S. Alpini Paracadutisti: bei tempi!
Quali sono i consigli che daresti ad un giovane che intende seguire i tuoi passi sotto il punto di vista della tua carriera sportiva?
6) Era il 2011 e mi stavo allenando con gli sci da fondo sul ghiacciaio Presena. Giravo su di un circuito lungo tre chilometri a 2700 mt di quota quando mi sono ritrovato a fianco di un certo Giorgio Di Centa (ORO Olimpico). Scambiando alcuni pensieri, uno in particolare mi è rimasto impresso: “Purtroppo i nostri giovani atleti stentano a concretizzare risultati. Trovano tutto fatto, materiali top, tecnici a disposizione, alberghi... Non si sudano niente”.
Ebbene si, condivido il suo pensiero: ci si deve guadagnare anche le piccole cose, solo così si possono ottenere grandi cose!
Ad esempio, come detto in precedenza, nel mio piccolo, i miei primi veri sci li ho comprati con i pochi risparmi nel lavoro praticato durante le vacanze scolastiche. Da lì ho capito che se avessi voluto qualcosa me lo sarei dovuto sudare. E così è stato. Detto questo è necessario affiancare ai giovani persone preparate e soprattutto con sani principi di lealtà e sportività: come ben sappiamo, al giorno d’oggi girano persone non molto affidabili e sarebbe un gran peccato perdere buoni atleti.
Spostiamo le lancette dell'orologio in avanti di 10 anni: chi sarai? Cosa starai facendo? In che veste ti immagini?
7) Sono di natura molto competitivo e mi piace confrontarmi con gli atleti d’élite. A mio parere è il miglior stimolo per migliorarmi sempre più. L’istinto mi dice di continuare a gareggiare, ma purtroppo o per fortuna le lancette dell’orologio girano per tutti.
Voglio migliorarmi anche sotto altri aspetti, quindi mi vedo nelle vesti di allenatore per trasmettere la mia esperienza a qualche giovane ambizioso.
Essendo maestro di sci nordico, allenatore di scialpinismo e rappresentante degli atleti Fisky, ho solo l’imbarazzo della scelta, ma per ora penso ad una sola cosa: correre.
Ti và di condividere con noi il tuo più grande sogno a livello sportivo e a livello personale?
8) A 40 anni sogni sportivi ne restano ormai pochi.
Sono appena rientrato dalla Sierra Nevada dove ho ottenuto un medaglia di bronzo nei primi campionati mondiali di skysnow ed una medaglia d’oro per nazioni, davanti a Spagna e Russia. Salire sul podio davanti a questi atleti non è proprio così semplice, quindi mi godo il momento. Più tardi si vedrà.
A livello personale, per chiudere il cerchio, il sogno è quello di insegnare ai giovani volenterosi quello che lo sport ha insegnato a me. Confido nel riuscirci.
Quale è il tuo articolo preferito di Salice? Ci spieghi il perché di questa preferenza?
9) 011 ITA . Mi alleno pressoché tutti i giorni ed anche l’inverno la corsa non mi abbandona mai; mi trovo sempre all’aria aperta, in diverse situazioni atmosferiche e sovente con il sole negli occhi, specialmente in quota. E’ ovvio che per un movimento più fluido è necessario non creare deficit visivi da fattori esterni: ecco perché indosso un occhiale con un’ottima lente, leggero ed estremamente comodo. Fondamentale il fatto che anche alle temperature elevate dell’aria e di conseguenza elevata sudorazione, la lente non si appanna grazie alla particolare aerazione che si viene a creare. Per curiosità ho indossato il modello 011 ITA per molte ore il giorno del mio record, sia nelle ore pomeridiane che ai primi raggi di sole. Posso dire che anche questo particolare ha contribuito alla riuscita di questa prestazione.


