Quattro chiacchiere con...

Vittorio Guarinelli

Hai voglia di presentarti a tutti noi?
1) Mi presento; sono Vittorio Guarinelli, bresciano di Pontevico, nato il 30 Novembre del 1962, sono sposato ed ho due figlie. Pratico il paracadutismo dal 1983, sono istruttore di paracadutismo e da diversi anni sono un paracadutista professionista, nella duplice versione di competitore e allenatore. Ho al mio attivo 10450 lanci, più di 200 competizioni e diversi titoli fra nazionali ed internazionali. Come atleta sono impegnato in tre diverse squadre, una italiana di club che è la Scuola Nazionale, una internazionale che è la PD-Factory-Team-Accuracy e faccio parte degli atleti che compongono la rosa della Nazionale Italiana. Per completare il mio status di sportivo, pratico regolarmente il ciclismo ed il paramotore.

Ci dici quali sono la tua più grande qualità ed il tuo più grande difetto?
2) Qualità e difetto: la qualità è che sono consapevole e non ho mai smesso di pensare, che per migliorarmi ho bisogno di guardare, di copiare, di analizzare i miei avversari, conosco pregi e difetti di tutti quanti, è da li che costruisco le basi del mio sapere…Il difetto più grande è che quando vado in crisi, aspetto troppo prima di concedermi un aiuto dall’esterno.

Qual è stato il momento più buio della tua carriera?
3) I momenti bui nella carriera di un paracadutista possono essere bui veramente e non mi riferisco di certo allo stato di forma per un periodo o per un evento. Avevo 40 anni, mi ero sposato da poco e mia moglie era in dolce attesa. Durante uno stage di allenamento, proprio nell’ultimo lancio del giorno, mea culpa, passai troppo vicino ad un albero d’alto fusto. Agganciai un ramo con l’estremità del paracadute, il quale mi fece ruotare di 180 gradi ed atterrare di schiena 30 metri più avanti, fu un impatto devastante. In ambulanza riuscii con tutte le forze a non svenire, sapevo già che avrei potuto addormentarmi per sempre. Dalle espressioni dei sanitari, cercavo di carpire informazioni, i quali non lasciavano trasparire niente di buono. Avevo mio malgrado, già visto altre situazioni del genere, sapevo che i dolori lancinanti delle fratture, non erano il vero pericolo, il vero pericolo erano le lesioni interne. Questo è stato il momento più buio della mia carriera. Me la cavai con 16 fratture, 4 mesi d’immobilità a letto e anche se dopo soli 9 mesi ero già con il paracadute sulle spalle, in realtà ci misi due anni a riprendermi

Quale è stato il momento più brillante della tua carriera?
4) Il momento più brillante nella carriera per un competitore che fa anche l’allenatore è bifocale e difficile da individuare: ogni gara vinta racconta una storia e ogni risultato ottenuto dai propri atleti, anche… Scelgo di raccontarvi il 2010. Era il quinto anno che ricoprivo il ruolo di selezionatore della Nazionale Italiana nelle discipline classiche, ruolo alquanto complicato per un civile che deve gestire atleti per lo più militari. Ma come nelle belle fiabe che vi è un lieto fine, anche la mia storia con la Nazionale lo ha avuto. Dopo un accurato lavoro di riorganizzazione del gruppo degli atleti, in quella stagione si vinse, il Mondiale in Montenegro e la Coppa del Mondo, risultati per i quali sono stato insignito della medaglia d’oro al valore atletico dal CONI ed ho poi ottenuto il contratto per i seguenti sei anni come coach per il Qatar.

Quale è stato il momento più divertente della tua carriera?
5) Il momento più divertente nella mia carriera sono stati senza dubbio i sei anni trascorsi come allenatore del Qatar. Gestivo allenamenti fra Florida e Dubai nei mesi invernali, giravo il mondo partecipando alle gare più importanti con un gruppo di dieci ragazzi che avevo formato io ed erano diventati ottimi atleti. Senza considerare il lato ludico, avevo inoltre 150 giorni di ferie all’anno da dedicare alla mia famiglia…

Quali sono i consigli che daresti ad un giovane che intende seguire i tuoi passi sotto il punto di vista della tua carriera sportiva?
6) Per un giovane che intende intraprendere la carriera sportiva? Senza soffermarmi ad analizzare che serve passione, sacrificio ecc. ecc… Mi sento di dire che oggi giorno un giovane è facilitato, in quanto abbiamo la consapevolezza che per crescere ci si debba affidare ai tecnici, come i preparatori atletici, mentali e di specialità. Quindi al giovane che insegue un sogno e vuole diventare un buon paracadutista e atleta nella precisione in atterraggio, il consiglio che gli dò è quello di investire nel coach, di affidarsi il più possibile alla conoscenza al sapere del proprio coach. Sicuramente è la strada più breve, meno dispendiosa, anche se all’inizio può sembrare onerosa, è la via che darà maggiori soddisfazioni a breve termine.

Spostiamo le lancette dell'orologio in avanti di 10 anni: chi sarai? Cosa starai facendo? In che veste ti immagini?
7) Considerato che quest’anno vado orgogliosamente per i 60, pur consapevole che la clessidra stia per svuotarsi da un lato, sarò pronto a rigirala, ecco come! Ho sempre pensato alla mia vita in funzione del volo, ovvero il volo è parte fondamentale della mia vita. Ovviamente e non senza rimpianti a breve dovrò rinunciare al paracadutismo, ma non al volo. Ho una passione per il paramotore, attività che pratico da diversi anni e con grande dedizione. Quindi fra dieci anni mi vedo in volo, con il mio trike - cioè un paramotore dotato di carrello con le ruote - per facilitare sia il decollo che l’atterraggio, nei cieli più affascinanti della nostra bella Italia o Europa, viaggiando in largo ed in lungo con il mio camper, in compagnia della mia signora o di amici. In che ruolo? Non più come istruttore, ma come saggio, per chi vorrà ascoltare!

Ti và di condividere con noi il tuo più grande sogno a livello sportivo e a livello personale?
8) Il mio più grande sogno è il sogno di ogni atleta di alto livello: vincere un mondiale. Per vincere un mondiale, devi essere forte già da prima, altrimenti non ti convocano in Nazionale, ma se vivi in Italia dove abbiamo un Centro Sportivo Esercito ed un Centro Sportivo Carabinieri, devi essere veramente forte per essere convocato. Quindi i primi 20 anni della mia carriera, mi son serviti per crescere, poi ho fatto gli anni da selezionatore della Nazionale e da coach per le squadre di professionisti che ho allenato, dove non potevo essere convocato in Nazionale, ma dove ho continuato ad allenarmi a gareggiare e crescere,ed ora sono arrivati i miei di anni, dove godo del diritto di essere convocato, per meriti sportivi ovviamente. Grazie appunto al mio livello, sono da alcuni anni titolare della Nazionale Italiana ed ho sfiorato in alcune occasioni il podio dell’individuale. Ho ancora tempo per provarci. A livello personale, devo smentire quanto sopra, in quanto ritengo che tutto dipende da dove si è partiti e per un civile come lo sono io, essere riuscito a trasformare una passione in lavoro, e con un curriculum come il mio, penso sia il traguardo più alto al quale si possa ambire.

Quale è il tuo articolo preferito di Salice? Ci spieghi il perché di questa preferenza?
9) Indubbiamente e come lo si può notare dalle mie fotografie, l’articolo che preferisco di Salice Occhiali è la maschera 893. La uso sin dal 2008 quando iniziò il mio rapporto con Salice Occhiali. È un articolo al quale non saprei rinunciare e nemmeno saprei sostituire. Con le tre lenti di diverse gradazioni di colore, mi permette un’ottima visuale a tutte le ore del giorno e con ogni tipo di luce ed ombre. La forma anatomica e snella che si incastra a perfezione nel casco, mi lascia vedere come fosse un unico occhio e senza ingombri laterali. La posso usare sia durante le competizioni, nel volo lento della precisione in atterraggio sia in lanci con la tuta alare, dove la visione deve essere totale e priva di infiltrazioni d’aria che provocherebbero lacrimazioni fastidiose, sia in lanci di piqué dove le velocità superano i 300 kmh e la 893 non si muove. Per gli stessi pregi l’ho adottata anche nel volo con il paramotore: è quindi per me insostituibile. Chiaro è che avendo utilizzato gran parte della collezione di Salice Occhiali, mi spiace poterne nominare uno solo!



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